Il conte Karlstein e la leggenda del demone cacciatore by Philip Pullman

Il conte Karlstein e la leggenda del demone cacciatore by Philip Pullman

autore:Philip Pullman [Pullman, Philip]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788884512413
editore: Salani
pubblicato: 2003-01-16T23:00:00+00:00


Semplice!

Terminai birra e salsicce e mi misi in marcia. E che mi venisse un colpo se, nel giro dei successivi cinque minuti, non mi imbattei in due mascalzoni che avevano avuto la mia stessa idea.

Proprio davanti al parco del paese c’è una grande casa che appartiene al sindaco.

Era uno di quei bei luoghi antichi, tutto legno intagliato e ampie gronde, per di più, con una luce che brillava da una delle finestre. La luce cadeva nel giardinetto anteriore e illuminava parte della casa adiacente. Fra le due case c’è un vicoletto e, dal punto in cui ero io sul ponte, rabbrividendo e chiedendomi se potesse valere la pena di estendere la ricerca dall’altra parte del fiume, riuscii a scorgere del movimento lungo il suddetto vicolo.

Pareva che qualcuno vi fosse appena scivolato dentro furtivamente: un movimento colto con la coda dell’occhio. Eccolo lì! pensai. È decisamente il dottore. Quindi gli andai dietro. Cercai comunque di non fare rumore. Adesso sono schedato dalla polizia: se si è un criminale riconosciuto, anche se soltanto a causa di pantaloni mancanti, è meglio non farsi prendere, altrimenti si rischia il massimo della pena senza nemmeno discutere. Mi incamminai molto silenziosamente, quindi, e fu un bene.

Arrivai al giardino del sindaco e stavo per svoltare nel vicolo quando sentii sussurrare. Era una notte silenziosa: non potevo sbagliarmi. E non si trattava affatto di Cadaverezzi.

Mi chinai con grande attenzione dietro a un cespuglio e mi misi in ascolto. Sentii le seguenti parole.

Il primo individuo disse: «Non ho mai visto un simile sciocco in vita mia. Tutto quello che doveva fare era tenerla forte, l’aveva presa e l’ha lasciata andare!»

Il secondo individuo ribatté: «Mi dispiace, conte Karlstein, signore, le chiedo profondamente, onestamente e umilmente perdono, signore, ma…» (starnutì) «…ma qualcuno mi ha rovesciato un boccale di birra nel collo, signore, e…» (altro starnuto)

«…e visto che ho già rischiato una volta oggi di morire affogato, signore, la mia mente si è momentaneamente riempita di panico al pensiero che mi accadesse di nuovo, e ho lasciato andare la ragazzina solamente per potermi salvare la vita, una reazione istintiva, vostra grazia, puramente istintiva, del tutto incontrollabile».

E così era quello il tipo dall’aspetto untuoso di cui mi aveva parlato il tipo dall’aspetto ragionevole! E l’altro… quello lo aveva chiamato conte Karlstein! Stavo allungando talmente tanto le orecchie che doveva sembrare che stessero in punta di piedi.

«Dobbiamo riprenderla, Snivelwurst» disse il primo tipo. «E, per il Diavolo in persona, se l’avrà di nuovo tra le mani farà meglio a non lasciarla andare, nemmeno se le scendesse per il collo una valanga. Ha capito?»

«Oh, sì! Certo che sì! Sì, vostra grazia, è…» (starnuto) «…molto chiaro, mio signore. Ma, mi perdoni, vostra grazia…» (starnuto) «…una delle due l’abbiamo recuperata, no? E allora perché, se posso permettermi di chiederlo, abbiamo bisogno che torni anche la seconda, se posso essere così ardito da domandarlo?»

«Perché, se conosco bene Zamiel, non sarà soddisfatto di una. Vorrà un pasto completo, non uno spuntino. Un adulto potrebbe bastare, ma una bambina non è sufficiente.



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